VAIOLO DELLE SCIMMIE: LE RACCOMANDAZIONI DELLA SOCIETÀ DI IGIENE

27-08-2024
Anche se la malattia è nota da decenni, l’Organizzazione mondiale della sanità ha recentemente definito l’epidemia di Mpox (Vaiolo delle scimmie) emergenza di sanità pubblica. Un nuovo ceppo più mortale e più trasmissibile del virus, noto come Clade 1b, ha causato infatti una recente ondata di casi in tutto il mondo facendo registrare alcuni casi anche nei Paesi Europei dove, al momento, il rischio di contrarre il Mpox rimane comunque “basso/molto basso”. A fronte del recente cambiamento della situazione epidemiologica internazionale, anche la Società Italiana d’Igiene e medicina preventiva (SItI) ha dunque predisposto uno Slide Kit, ispirato alle raccomandazioni internazionali e destinato a operatori sanitari, cittadini e viaggiatori desiderosi di informarsi sull’argomento.
Queste le principali raccomandazioni generali per la prevenzione: evitare il contatto diretto con persone che hanno lesioni cutanee simili a quelle di Mpox; evitare il contatto con oggetti o capi di vestiario di una persona infetta (o con sospetta infezione); lavare spesso le mani e, infine, monitorare i propri sintomi e la comparsa di eruzioni cutanee sospette entro 21 giorni da un contatto a rischio.
Diffuse anche le raccomandazioni per i viaggiatori: evitare il contatto con animali selvatici (in particolare primati e roditori), evitare contatti sessuali (o contatti stretti) con soggetti in cui è nota (o comunque sospetta) la recente infezione da Mpox (o che siano stati contatto di casi di Mpox), evitare contatti sessuali (o contatti stretti) con soggetti che presentano lesioni cutanee sospette. Inoltre la SItI ricorda che è sempre consigliabile consultare le linee guida del paese ospitante prima di effettuare un viaggio.
Data l'affinità con il virus del vaiolo umano, la ricerca clinica si interessa di Mpox da molti anni e questo ha portato a sviluppare alcuni preparati vaccinali. Il vaccino Mva-Bn, al momento utilizzabile in Italia su soggetti ad elevato rischio, prevede una somministrazione sottocutanea, con 2 dosi separate con seconda dose a non meno di 28 giorni dalla prima.

Le categorie maggiormente a rischio