Poiché l’infezione viene trasmessa sia attraverso le goccioline contenenti i virus che il paziente emette tossendo, starnutendo e parlando, sia per contatto con oggetti o superfici infette, si comprende come un intervento preventivo sicuramente efficace per limitare la diffusione dell’influenza sia rappresentato dalla buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie.
A tale proposito l’ECDC (Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie) ha formulato quattro raccomandazioni:
- lavare le mani o, in assenza di acqua, utilizzare gel alcolici
- coprire naso e bocca quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti usati e lavarsi le mani
- rimanere a casa quando si sia affetti da malattie respiratorie febbrili, specie in fase iniziale
- usare mascherine quando chi è affetto da sintomi influenzali si trovi in ambienti sanitari quali gli ospedali.
La terapia dell’influenza è mirata in primo luogo ad alleviare i sintomi, che tuttavia non devono essere annullati completamente. Si ricorre perciò a farmaci sintomatici che agiscono abbassando la temperatura corporea, alleviando il dolore e permettendo una respirazione libera da ostruzioni. Sono utili il riposo a letto, un’adeguata idratazione e l’umidificazione degli ambienti. Il paziente dovrà astenersi dal fumo e dal consumo di alcolici, comportamenti che contribuiscono ad aggravare la sofferenza del sistema ciliare dell’apparato respiratorio già colpito dal virus.
I dolori muscolari e la febbre possono essere trattati con antinfiammatori e analgesici (avendo cura di evitare l’acido acetilsalicilico nei bambini a favore del paracetamolo per prevenire la possibile insorgenza della sindrome di Reye). Nella classica influenza gli antibiotici sono inutili e non vanno assolutamente impiegati; anzi il loro uso può rivelarsi addirittura dannoso per la possibilità di determinare un’alterazione della flora batterica delle prime vie respiratorie, con conseguente possibilità di favorire una superinfezione da parte di un microrganismo resistente. Gli antibiotici trovano invece indicazione nelle complicanze batteriche broncopolmonari. In realtà, da alcuni anni esistono anche dei farmaci antivirali specifici per il virus influenzale. Da un punto di vista pratico però l’elevata specificità di questi farmaci per i virus dell’influenza (non sono infatti attivi nei confronti degli altri virus responsabili i sintomi simil-influenzali) costituisce un limite al loro utilizzo. In pratica, poiché solo in base alla visita è difficile attribuire con certezza il quadro clinico al virus dell’influenza e non a virus simili, al di fuori di epidemie particolarmente estese, nelle quali la probabilità che i soggetti siano davvero infettati dal virus influenzale sono maggiori, c’è il rischio di impiegare questi medicinali in casi non dovuti ai virus influenzali.
Per quanto riguarda gli antivirali specificamente attivi sui virus influenzale, i farmaci attualmente disponibili sono quattro: i più “vecchi” amantadina e rimantadina (quest’ultima non in vendita in Italia) e i più “recenti” Oseltamivir (in compresse e sciroppo, utilizzabile al di sopra dei 5 anni) e Zanamivir (una polvere inalatoria utilizzabile dai 12 anni). Amantadina e rimantadina sono attive sui virus A, ma non sui B: la comparsa di ceppi virali resistenti a questi due antivirali li ha resi ultimamente meno indicati. Zanamivir e oseltamivir appartengono alla stessa classe di farmaci, quella degli inibitori della neuroaminidasi e sono attivi nei confronti sia del virus A, sia del virus B. In caso di contagio la precoce somministrazione (entro 48 ore) di uno dei due antivirali più recenti consente di ridurre in misura significativa la durata della malattia e di diminuire la percentuale di pazienti che sviluppa complicazioni dell’influenza e il numero di ricoveri.
La vaccinazione influenzale a tutela della salute della popolazione
La vaccinazione rimane la strategia più efficace per prevenire e combattere l'influenza non solo per i singoli individui, ma per l'intera comunità. Inoltre, in caso di sintomi influenzali la vaccinazione ne limita la gravità diminuendo il rischio di complicanze. Nel periodo di massima stagionalità influenzale evitare complicanze, soprattutto per i soggetti più fragili, significa diminuire gli accessi al pronto soccorso con un impatto positivo sul Sistema Sanitario Nazionale.